“Siamo entrati di fatto nell’era della trasparenza che obbliga tutti (dai professionisti alle manifestazioni sportive) a preoccuparsi della propria reputazione online e a controllare i commenti che corrono in rete.
Che fare dunque?
Ciò che può proteggere la reputazione online è solo il valore delle azioni che, giorno dopo giorno, si mettono in campo in modo autentico e la pianificazione di una vera e propria strategia che, sul piano organizzativo prima ancora che comunicativo, si concentri proprio su quegli aspetti maggiormente oggetto di commenti negativi online.