Come condiviso in un articolo di Luigi Garofalo su Key4biz, assistere a quanto sta avvenendo nel mondo della pubblicità online a seguito del blocco prossimo venturo dei cookie di terze parti presenta mostre somiglianze con la vicenda della Super Lega di calcio.
Google FLoCs: cosa cambia
Se la tecnologia proposta da Google – le Federated Learning of Cohorts (FLoCs) – ha infatti ricevuto una reazione negativa da parte di alcuni browser (es. Opera), tiepida da parte di altri e se i test di tale approccio aggregato alla profilazione degli utenti sono al momento bloccati in Europa per via del GDPR, rimane il fatto che un importante cambiamento di scenario sta per investire il mercato della pubblicità online: il blocco, da parte dei browser, dei cookie di terzi parti.
Come detto in un webinar organizzato dall’agenzia di marketing digitale Webperformance, i cookie sono come il numerino che chi entra al supermercato riceve per poter essere riconosciuto quando è il suo turno: il blocco dei cookie di terzi parti ha come conseguenza il fatto che l’utente è riconoscibile solo fino al momento in cui naviga su un sito e la possibilità di comunicare con lui termina non appena abbandona la sessione. Sul fronte dell’analisi, questo rende complesso monitorare per un inserzionista le sorgenti di traffico determinate dalle campagne pubblicitarie e il riconoscimento degli utenti nuovi e degli utenti di ritorno. La profilazione e il targeting della pubblicità ne risultano depauperati così come, in molti casi, l’applicazione di limiti di frequenza alle campagne pubblicitarie che possono esserne pregiudicate sia per quanto riguarda la misurazione e che per l’applicazione dei modelli di attribuzione.
Quali scenari…
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