Comunicazione di brand e giornalismo: gli strumenti digitali

Questo week end ci siamo ritagliati un po’ di tempo per stare dall’altra parte della cattedra e aggiornarci, attività indispensabile nella vita di ogni formatore.

Abbiamo partecipato anche noi, come migliaia di persone da tutto il mondo, al Festival del Giornalismo di Perugia, un evento sempre di grande interesse non solo per il mondo del giornalismo ma per quello della comunicazione in generale.

La produzione di contenuti, infatti, non è più ormai solo appannaggio dei publisher ma sempre di più è diventata un’attività di comunicazione fondamentale anche per i brand.

Molto si è parlato in questi giorni del festival di Branded Journalism, ossia di tutte quelle pratiche di informazione che prevedono il coinvolgimento di un brand. Il branded journalism ha come caratteristica quella di non essere incentrato solo sui messaggi che il marchio stesso vuole veicolare, ma deve tenere conto delle esigenze del pubblico, di ciò che gli interessa, degli argomenti con cui interagirà.

Sempre di più, però, che si parli di giornalismo tradizionale o di comunicazione di brand, gli strumenti digitali offrono supporto tecnico e spunti narrativi a chi produce contenuti.

Gli strumenti di Google ne sono un esempio: si pensi a Google Earth, attraverso il quale si può monitorare il cambiamento di certe aree nel tempo, a Google My Maps, che permette di embeddare mappe interattive o a Google My Data, grazie al quale si possono trasformare dati più o meno complessi in mappe collaborative.

I social media, invece, spesso si prestano ad essere piattaforme di storytelling particolarmente adatte per certe forme di racconto. Si pensi, per esempio, al racconto della storia e dei valori di un’impresa artigianale che può essere portato avanti nel tempo attraverso una pagina Facebook coinvolgendo e dialogando con gli utenti.

Anche il giornalismo trova spesso nuova linfa proprio nei social. Molti sono i progetti di reportage portati avanti in questo ambito. Uno tra tutti Time Finding Home: un reportage svolto su Instagram dal Time che ha raccontato giorno per giorno la vita dei rifugiati che arrivano dalla Siria in Europa. Fare la stessa cosa, con lo stesso impatto, su un magazine tradizionale, sarebbe stato molto più difficile.

Insomma, abbiamo imparato molto anche quest’anno al Festival e soprattutto abbiamo avuto la conferma che il confronto e il continuo aggiornamento sono vitali per il mondo della comunicazione.